Ordinaria follia a Palazzo: Paradiso davanti al gip di Melfi non fa concessioni all’accusa. Respinta l’istanza di liberazione, lettera di dimissioni dalla giunta e dal Pd.
03/10/2012 POTENZA - Ha inviato una lettera di dimissioni dalla giunta comunale al sindaco di Palazzo San Gervasio, e un’altra alla segreteria locale del Pd. L’aveva detto il primo cittadino che se il suo assessore fosse rimasto agli arresti per lui fare un passo indietro sarebbe stata una scelta quasi obbligata, e le sue parole - assieme a quelle di chi chiedeva un intervento della dirigenza regionale del Pd per evitare strumentalizzazioni - non devono essere passate inascoltate.
Resteranno ai domiciliari Antonio Paradiso e Franco Grieco, 52 e 43 anni, accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza privata, lesioni e minacce ai danni di un cittadino rumeno da tempo residente a Palazzo, considerato l’autore del furto di un trattore dall’azienda di Paradiso.
Lo ha stabilito ieri il gip di Melfi Emilio Minio, al termine dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri mattina in Tribunale in cui hanno ammesso di aver incontrato Cornel Chiriac e il suo amico George Mamara quel maledetto pomeriggio dello scorso 26 agosto. Quanto invece alle violenze disegnate sul corpo sanguinante del primo, e poi gli schiaffi e le minacce rivolte anche al secondo, non hanno fatto concessioni alle ipotesi dell’accusa. Non si sono avvalsi della facoltà di restare in silenzio, ma se qualcuno pensava sul serio che potessero confessare le loro responsabilità per l’accaduto ora è chiaro che si sbagliava di grosso. Perciò è probabile che nell’arco di qualche settimana si andrà davanti al Tribunale del riesame
L’avvocato Teodora Cancellara, che li assiste entrambi, sempre ieri aveva presentato anche una memoria difensiva a sostegno della sua richiesta di annullamento dell’ordinanza, o in via subordinata di concessione di una misura cautelare più lieve. Ma le ipotesi alternative paventate non devono essere riuscite a intaccare le convinzioni del gip, fermo sui riscontri (fotografie, tabulati telefonici, testimonianze e persino le denunce dello stesso Paradiso) raccolti dai militari agli ordini del capitano Vincenzo Varriale e del maresciallo capo Pietro Tempesta, che hanno condotto gli accertamenti del caso.
Tutto è partito dalla denuncia della vittima, Cornel Chiriac, che ha raccontato di essere stato contattato da un amico e connazionale, George Mamara, il pomeriggio del 26 agosto, per fissare un incontro poco dopo sotto casa sua. Una volta sceso con lui avrebbe trovato Paradiso e Grieco che l’hanno tirato dentro l’auto per poi ripartire a tutta velocità. Di lì in avanti per circa un’ora i due avrebbero torturato il rumeno cercando inutilmente di fargli confessare di aver rubato il trattore di Paradiso, scomparso da un capannone della sua azienda il giorno prima. Per questo l’avrebbero portato proprio sul posto dove si sarebbero accaniti su di lui con calci e pugni, fin quando Paradiso non gli ha stretto al collo una catena inserita in una carrucola fissata al soffitto e ha cominciato a tirare lasciandolo penzoloni sulle puntedeipiedi mentre Greco “lavorava” con una spranga di ferro sulle sue gambe. Una violenza «selvaggia », l’ha bollata il gip di Melfi, per cui l’insospettabile e incensurato assessore all’immigrazione di Palazzo San Gervasio, assieme al suo complice, adesso rischia davvero grosso.
03/10/2012 POTENZA - Ha inviato una lettera di dimissioni dalla giunta comunale al sindaco di Palazzo San Gervasio, e un’altra alla segreteria locale del Pd. L’aveva detto il primo cittadino che se il suo assessore fosse rimasto agli arresti per lui fare un passo indietro sarebbe stata una scelta quasi obbligata, e le sue parole - assieme a quelle di chi chiedeva un intervento della dirigenza regionale del Pd per evitare strumentalizzazioni - non devono essere passate inascoltate.
Resteranno ai domiciliari Antonio Paradiso e Franco Grieco, 52 e 43 anni, accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza privata, lesioni e minacce ai danni di un cittadino rumeno da tempo residente a Palazzo, considerato l’autore del furto di un trattore dall’azienda di Paradiso.
Lo ha stabilito ieri il gip di Melfi Emilio Minio, al termine dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri mattina in Tribunale in cui hanno ammesso di aver incontrato Cornel Chiriac e il suo amico George Mamara quel maledetto pomeriggio dello scorso 26 agosto. Quanto invece alle violenze disegnate sul corpo sanguinante del primo, e poi gli schiaffi e le minacce rivolte anche al secondo, non hanno fatto concessioni alle ipotesi dell’accusa. Non si sono avvalsi della facoltà di restare in silenzio, ma se qualcuno pensava sul serio che potessero confessare le loro responsabilità per l’accaduto ora è chiaro che si sbagliava di grosso. Perciò è probabile che nell’arco di qualche settimana si andrà davanti al Tribunale del riesame
L’avvocato Teodora Cancellara, che li assiste entrambi, sempre ieri aveva presentato anche una memoria difensiva a sostegno della sua richiesta di annullamento dell’ordinanza, o in via subordinata di concessione di una misura cautelare più lieve. Ma le ipotesi alternative paventate non devono essere riuscite a intaccare le convinzioni del gip, fermo sui riscontri (fotografie, tabulati telefonici, testimonianze e persino le denunce dello stesso Paradiso) raccolti dai militari agli ordini del capitano Vincenzo Varriale e del maresciallo capo Pietro Tempesta, che hanno condotto gli accertamenti del caso.
Tutto è partito dalla denuncia della vittima, Cornel Chiriac, che ha raccontato di essere stato contattato da un amico e connazionale, George Mamara, il pomeriggio del 26 agosto, per fissare un incontro poco dopo sotto casa sua. Una volta sceso con lui avrebbe trovato Paradiso e Grieco che l’hanno tirato dentro l’auto per poi ripartire a tutta velocità. Di lì in avanti per circa un’ora i due avrebbero torturato il rumeno cercando inutilmente di fargli confessare di aver rubato il trattore di Paradiso, scomparso da un capannone della sua azienda il giorno prima. Per questo l’avrebbero portato proprio sul posto dove si sarebbero accaniti su di lui con calci e pugni, fin quando Paradiso non gli ha stretto al collo una catena inserita in una carrucola fissata al soffitto e ha cominciato a tirare lasciandolo penzoloni sulle puntedeipiedi mentre Greco “lavorava” con una spranga di ferro sulle sue gambe. Una violenza «selvaggia », l’ha bollata il gip di Melfi, per cui l’insospettabile e incensurato assessore all’immigrazione di Palazzo San Gervasio, assieme al suo complice, adesso rischia davvero grosso.