Il vice sindaco di Palazzo San Gervasio Paolo Palombo è categorico: «Alle condizioni attuali non intendiamo riaprire il centro di accoglienza per lavoratori extracomunitari di contrada Piani. Giorni fa abbiamo avuto un tavolo di concertazione nella Regione tra i rappresentanti sindacali, Prefettura, Ufficio Provinciale del lavoro, rappresentanti Regionali,comune di Palazzo San Gervasio e comune di Bella su come intervenire e quali iniziative prendere. Il bando pubblico per mettere a disposizione le case sfitte ai lavoratori extracomunitari non ha sortito gli effetti sperati, hanno risposto in pochi. A tal proposito approntato un tavolo tecnico per discutere il problema. Le possibilità, al momento, di riaprire il centro sono minime, bisogna prima programmare per una sistemazione decente dei lavoratori,oltre alla possibilità di requisire degli immobili per dare ospitalità temporanea agli extracomunitari. Abbiamo chiesto alla prefettura un maggior controllo dell’area vicino al centro vista la ordinanza di chiusura del centro. Da ribadire che il Comune di Palazzo non ha le risorse per gestire tutto il flusso migratorio. Bisognerebbe decidere, una volta per tutte, una seria politica di accoglienza dei lavoratori stagionali». [f.d.fl.]
recinzione e sistemarsi all’interno della struttura. Naturalmente nel centro mancano acqua e luce. La mancanza di acqua è un vero dramma per questa gente che purtroppo è costretta a rifornirsi da una fontana che dista centinaia di metri dal centro. L’ipocrisia alberga nei nostri cuori,sappiamo tutti dell’esi - stenza di queste persone nel centro,ma non riusciamo a fornirgli neanche l’acqua per dissetarsi. In questo stato di desolazione si apprestano a vivere i lavoratori africani. La distribuzione di materiale effettuata dai volontari non è stata sufficiente, il vestiario scarseggia come pure il cibo. Occorrono con urgenza coperte . I brividi di freddo, conseguenza di notti insonni e gelide passate su giacigli di fortuna fatti di cartoni e plastica, o sotto le stelle, sono evidenti. Le notti, dalle nostre parti purtroppo, sono ancora umide e fredde. Considerando il pericolo di malattie ed epidemie che potrebbero verificarsi ci chiediamo se sia il caso di intervenire immediatamente per un minimo di prevenzione considerando che queste persone occupano gli stessi spazi,le stesse strutture, frequentano gli stessi negozi che frequentiamo tutti noi, per cui tutelare loro vuol dire tutelare tutta la comunità palazzese . Abbiamo chiesto loro come mai hanno scelto di venire e Palazzo San Gervasio e con quali prospettive. Ci hanno risposto che molti connazionali che sono venuti da noi, bene o male,sono riusciti a fare qualche giornata di lavoro e a sopravvivere. Sono disposti a fare qualunque tipo di lavoro . Adesso è tempo di piantare i pomodori, peperoni, tabacco, sono disponibili a questo lavoro e anche a zappare la terra. Alcuni di loro ci hanno detto che saranno impiegati nei vigneti a Cerignola Canosa Minervino Spinazzola, insomma nella vicina Puglia. Co me mai abbiamo chiesto venite nelle nostre zone e non andate a stare nei posti dove trovate lavoro. «In quelle zone, ci è stato risposto, non vi sono posti per dormire, non troviamo neanche masserie abbandonate e quindi siamo costretti a venire da queste parti». Altri lavoreranno nei campi tra Venosa, Guadiano, Lavello, Montemilone, anche se poi il problema dell’acco glimento, caso strano, riguarda solo ed la comunità palazzese.
recinzione e sistemarsi all’interno della struttura. Naturalmente nel centro mancano acqua e luce. La mancanza di acqua è un vero dramma per questa gente che purtroppo è costretta a rifornirsi da una fontana che dista centinaia di metri dal centro. L’ipocrisia alberga nei nostri cuori,sappiamo tutti dell’esi - stenza di queste persone nel centro,ma non riusciamo a fornirgli neanche l’acqua per dissetarsi. In questo stato di desolazione si apprestano a vivere i lavoratori africani. La distribuzione di materiale effettuata dai volontari non è stata sufficiente, il vestiario scarseggia come pure il cibo. Occorrono con urgenza coperte . I brividi di freddo, conseguenza di notti insonni e gelide passate su giacigli di fortuna fatti di cartoni e plastica, o sotto le stelle, sono evidenti. Le notti, dalle nostre parti purtroppo, sono ancora umide e fredde. Considerando il pericolo di malattie ed epidemie che potrebbero verificarsi ci chiediamo se sia il caso di intervenire immediatamente per un minimo di prevenzione considerando che queste persone occupano gli stessi spazi,le stesse strutture, frequentano gli stessi negozi che frequentiamo tutti noi, per cui tutelare loro vuol dire tutelare tutta la comunità palazzese . Abbiamo chiesto loro come mai hanno scelto di venire e Palazzo San Gervasio e con quali prospettive. Ci hanno risposto che molti connazionali che sono venuti da noi, bene o male,sono riusciti a fare qualche giornata di lavoro e a sopravvivere. Sono disposti a fare qualunque tipo di lavoro . Adesso è tempo di piantare i pomodori, peperoni, tabacco, sono disponibili a questo lavoro e anche a zappare la terra. Alcuni di loro ci hanno detto che saranno impiegati nei vigneti a Cerignola Canosa Minervino Spinazzola, insomma nella vicina Puglia. Co me mai abbiamo chiesto venite nelle nostre zone e non andate a stare nei posti dove trovate lavoro. «In quelle zone, ci è stato risposto, non vi sono posti per dormire, non troviamo neanche masserie abbandonate e quindi siamo costretti a venire da queste parti». Altri lavoreranno nei campi tra Venosa, Guadiano, Lavello, Montemilone, anche se poi il problema dell’acco glimento, caso strano, riguarda solo ed la comunità palazzese.
tratto da LaGazzettadelMezzogiorno