La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) apprende dal BUIG (Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse) LIV n.8 del 31 agosto 2010 che l’Aleanna Resources LLC – con sede italiana a Matera in via XX settembre, 45 – ha presentato l’istanza di riduzione del permesso di ricerca “Palazzo San Gervasio”. La richiedente società, presentando l’istanza di riduzione all’UNMIG del Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 20 luglio 2010, rinuncia alle sue attività di ricerca di idrocarburi nei territori del Parco dell’Alta Murgia, ricadente nella regione Puglia. Rispetto alla precedente istanza, che interessava 15 comuni (13 in Basilicata e 2 in Puglia), l’attuale estensione dell’area perimetrata del piano topografico passa dai 561 chilometri quadrati agli attuali 469,90 chilometri quadrati, con i territori pugliesi di Spinazzola e Minervino Murge che restano fuori dal progetto “Bradano Foredeep” (Expanding Global Energy Portfolio – Saxon Oil – Aleanna – 2007, ndr).

Appare evidente come l’Aleanna Resources LLC abbia rinunciato volontariamente all’area ubicata in territorio pugliese eliminando interferenze con aree sensibili, ed in particolar modo con il SIC/ZPS Alta Murgia, nonchè parco nazionale. Nulla cambia, invece, in Basilicata, dove la Regione Basilicata autorizza lavori al pozzo Cerro Falcone 002X in Zona 1 del Parco nazionale dell’Appennino Lucano, nonchè SIC Serra di Calvello e ZPS Appennino Lucano Monte Volturino, nonostante i “richiami” del Ministero dell’Ambiente. La nuova istanza diventa così una sorta di ulteriore ipoteca dei progetti della società texana, che in caso di parere favorevole alla VIA regionale potrebbe chiedere al Ministero competente il permesso a trivellare pozzi esplorativi nella fase successiva all’istanza, il permesso di ricerca vero, così come è accaduto per il permesso “Corte dei Signori” in provincia di Ferrara, dove la società di Mr.Mickey McGhee ha presentato all’UNMIG richiesta di autorizzazione a perforare un pozzo esplorativo nell’ambito del permesso stesso (rif. BUIG n.8 del 31 agosto 2010).

Nell’auspicare che la Regione Basilicata faccia proprie le preoccupazioni delle popolazioni del Vulture-Alto Bradano attraverso atti concreti, negando l’autorizzazione alla richiesta di screening della VIA regionale, nonchè dei Sindaci a cui la OLA chiede di prediligere le vere vocazioni che auto-sostengono l’economia dell’area, la nostra Organizzazione seguirà da vicino ogni fase delle istruttorie in corso e future a garanzia dei principi dettati dalla Convenzione di Aarhus e in via precauzionale della recente Sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee del 9 marzo 2010, n.378/08, relativa al danno ambientale.
Fonte: www.olambientalista.it