La Commissione parlamentare per gli Idrocarburi e le Risorse Minerarie (Cirm), il 18 marzo del 2010, ha concesso alla Shell il permesso di cercare idrocarburi in un area sottomarina compresa tra le coste alto calabre e il basso metapontino, tra Trebisacce e Nova Siri. Altra richiesta per attuare una ricerca di idrocarburi fu stata avanzata dalla società americana Aleanna Resources. Richiesta presentata nel 2006, ma ancora in iter, che ha subito parecchi stop e riavvii, ma di ufficiale dal 2008 non si sa più nulla. La stessa società ha richiesto altri permessi alla Regione Basilicata per ricercare idrocarburi nella zona Alto Bradano, in provincia di Potenza, in un’area che comprende i comuni di Acerenza, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Maschito, Montemilone, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Ripacandida, Rapolla e Venosa. Si parla di 11,130 milioni di euro che verranno spesi per effettuare ricerche “non invasive” e superficiali del sottosuolo interessato, sia dal punto di vista sismico, che dal punto di vista che più interessa alla compagnia petrolifera americana.
Particolarmente forte e condivisibile è la presa di posizione dei sindaci interessati dalla futura attività di ricerca dalla Aleanna Resources, che si riassume nella ferma affermazione del Sindaco di Ginestra, Fabrizio Caputo: “Distruzione del paesaggio, inquinamento e rischi per la salubrità non possono rappresentare gli elementi di rilancio del territorio che faticosamente ha intrapreso la strada dello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e della modernizzazione dell’agricoltura e del turismo rurale.” Se i vari Governatori della Basilicata e i vari assessori, che si sono susseguiti nell’amministrare e controllare le estrazioni petrolifere nella varie zone di estrazione, sono così sicuri che vada tutto bene e che non ci sia inquinamento e che tutte le critiche siano solo politicizzate e strumentali e che gli ambientalisti remano sempre contro ad uno sviluppo che realmente c’è (ma che hanno visto solo loro), perché tutti i sindaci interessati dalle rilevazioni considerate nei loro territori si ribellano e temono per la salute e lo sviluppo delle loro aree e dei loro cittadini? Perché mai dovrebbero preoccuparsi, se abbiamo una classe politica regionale all’altezza della situazione? Perché preoccuparsi di possibili inquinamenti che non ci sono? Perché allarmarsi di possibili incidenze tumorali nella popolazione? Perché preoccuparsi di un futuro meno roseo e più marcio? Qualche motivo ci sarà.
Anche il Sindaco di Palazzo San Gervasio ha commentato l’accaduto: “Prima di tutto, i Comuni segnalati vanno interpellati e consultati, nel rispetto della loro autonomia e della propria responsabilità civile, sanitaria e politica territoriale. E poi, la Regione Basilicata avrebbe dato il “via libera” a quest’ennesima spoliazione e dilapidazione delle risorse paesaggistico ambientali? E l’area del Vulture-Melfese-Alto Bradano per cui sono stati spesi fiumi di denaro pubblico per infrastrutture turistiche, ricettività alberghiera, oasi naturalistiche, B&B di punto in bianco accetterebbe tale onta e tale scellerato ed ennesimo lavoro di sconquasso ambientale? Non bastano i danni letali inferti a quell’oasi stupenda della Val d’Agri e Viggiano , oggi pressocchè invivibili a causa di ondate nauseabonde che rinvengono dai pozzi petroliferi ed i tanti incidenti di sversamento nelle campagne circostanti? Ai Sindaci interessati sveglia, sveglia, sveglia! Le comunità del Vulture-Alto Bradano si attendono atti concreti e consequenziali, per una nuova qualità della vita, e non semplici affermazioni di principio che lasciano il tempo che trovano.” Parole di un Sindaco e non di un ragazzo in estasi ambientalista.
Fonte:basilicata.estremocentro.net