Per il Vice presidente del Consiglio regionale è necessario valutare la compatibilità dell’attività di ricerca petrolifera con il progetto relativo allo schema idrico Basento-Bradano-Tronco Acerenza.
“La notizia di stampa in base alla quale il progetto ‘Palazzo San Gervasio’ per la ricerca di idrocarburi presentato dalla società statunitense AleAnna Resources LLC ricadrebbe per intero sul territorio dell’Alto Bradano, in provincia di Potenza, escludendo l’area pugliese (Spinazzola-Minervino Murge), rilancia la necessità, che ho più volte segnalato, di rafforzare l’attenzione istituzionale della Regione, dei Dipartimenti e degli uffici competenti, a salvaguardia di ambiente, territorio e salute dei cittadini”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio regionale, Antonio Autilio (IdV).che ha annunciato un’interrogazione, sottolineando che “l’attività di ricerca in un vasto comprensorio della provincia di Potenza che comprende i comuni di Acerenza, Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Maschito, Montemilone, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Ripacandida, Rapolla e Venosa, pone non pochi problemi di compatibilità con il progetto relativo allo schema idrico Basento-Bradano-Tronco Acerenza III lotto, per l’irrigazione di circa cinquemila ettari nei territori dei comuni dell’Alto Bradano e di province pugliesi, oltre che sulle attività agricole di qualità dello stesso comprensorio appulo-lucano.
“Si tratta di un progetto particolarmente voluto dai produttori e dalle organizzazioni professionali agricole di Basilicata e Puglia – prosegue Autilio - già approvato e finanziato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica per l’importo di 104,5milioni di euro, nell’ambito della legge obiettivo, inserito nel Programma delle Infrastrutture Strategiche del Mezzogiorno.
“E’ evidente, pertanto – conclude il Vice presidente del Consiglio regionale - l’esigenza di procedere ad un approfondimento di tutti gli aspetti tecnici previsti dal progetto della società degli Usa. Di qui la proposta di costituire un gruppo di lavoro formato da funzionari di uffici regionali affiancati da esperti universitari e della ricerca per un primo ‘screening’ che possa diventare una base operativa per il lavoro delle Commissioni Consiliari Permanenti e il Consiglio regionale innanzitutto attraverso una maggiore e più efficacia sinergia tra uffici dei Dipartimenti regionali competenti (Ambiente-Territorio, Infrastrutture, Agricoltura, Salute), organismi sub-regionali (Arpab, Osservatorio Ambiente e Legalità), enti tecnici (Osservatorio Ambientale Eni-petrolio di Marsiconuovo, Agrobios, Università degli Studi della Basilicata, strutture del Cnr), oltre che da enti che si occupano di risorse idriche (Eipli, Acqua spa e Consorzi di Bonifica, Aato)".