Sabato 22 gennaio 2011, a Palazzo San Gervasio, presso il locale Circolo del Partito Democratico si è tenuto un Convegno sul tema “Donne e Violenza: La tragedia occulta” organizzato dal PD di Palazzo San Gervasio, dall’Osservatorio Migranti Basilicata, da NIRVA, dall’Associazione Michele Mancino e da BasilicataVolontaria. L’introduzione è stata curata dal Vice-Segretario del Circolo Pd - Bernardo Bruno, il quale, riportando il grado di criticità del problema presente sul territorio, ha evidenziato le difficoltà nel dare delle traiettorie esaustive sulla complessa tematica della “Violenza sulle donne”. Quindi, nello spiegare le scelte alla base dell’impostazione del dibattito, ha presentato le autorevoli relatrici, i cui interventi sono stati improntati sull’analisi del fenomeno da un punto di vista politico e sociologico e sul racconto di storie di violenze sulle donne e di tragedie familiari.
Cinzia Marroccoli, Presidente dell’Associazione Telefono Donna-Casa delle Donne “Ester Scardaccione” di Potenza, portando le testimonianze che giornalmente raccoglie, ha analizzato le dinamiche di manifestazione della suddetta violenza in ambiti familiari e lavorativi ed ha sottolineato il pericolo che fenomeni come il “mobbing” di genere e lo “stalking” possano essere sottovalutati.
Alida Castelli, Consigliera di Parità della Regione Lazio, ricordando le lotte politiche che si sono susseguite, nel corso degli ultimi cinquanta anni, per l’emancipazione della donna, ha stigmatizzato la strumentalizzazione a fini commerciali che i media fanno del mondo femminile evidenziando le negative peculiarità del fenomeno italiano. Ha inoltre ricordato le iniziative che si stanno intraprendendo affinché siano rispettate le leggi presenti nell’ordinamento giuridico italiano che permettano alle donne di assumere i posti di rilievo in ambito politico, lavorativo e sociale che competono loro.
La parte finale del Convegno ha visto protagoniste le numerose donne presenti che, prendendo spunto anche dal messaggio inviato dall’Arcivescovo di Acerenza Mons. Ricchiuti (il quale ha evidenziato “il livello bassissimo di certa cultura del nostro tempo che vede il corpo femminile come merce di scambio…”), hanno ribadito l’intento di voler continuare a combattere per l’abbattimento degli stereotipi che vedono la donna come “figlie di un Dio minore” rivendicando ruoli che prevedano l’uguaglianza con il genere maschile. Perché, la speranza di una vita migliore passa anche dall’immaginare un mondo fatto di “persone” senza discriminazioni di alcun genere.
Cinzia Marroccoli, Presidente dell’Associazione Telefono Donna-Casa delle Donne “Ester Scardaccione” di Potenza, portando le testimonianze che giornalmente raccoglie, ha analizzato le dinamiche di manifestazione della suddetta violenza in ambiti familiari e lavorativi ed ha sottolineato il pericolo che fenomeni come il “mobbing” di genere e lo “stalking” possano essere sottovalutati.
Alida Castelli, Consigliera di Parità della Regione Lazio, ricordando le lotte politiche che si sono susseguite, nel corso degli ultimi cinquanta anni, per l’emancipazione della donna, ha stigmatizzato la strumentalizzazione a fini commerciali che i media fanno del mondo femminile evidenziando le negative peculiarità del fenomeno italiano. Ha inoltre ricordato le iniziative che si stanno intraprendendo affinché siano rispettate le leggi presenti nell’ordinamento giuridico italiano che permettano alle donne di assumere i posti di rilievo in ambito politico, lavorativo e sociale che competono loro.
La parte finale del Convegno ha visto protagoniste le numerose donne presenti che, prendendo spunto anche dal messaggio inviato dall’Arcivescovo di Acerenza Mons. Ricchiuti (il quale ha evidenziato “il livello bassissimo di certa cultura del nostro tempo che vede il corpo femminile come merce di scambio…”), hanno ribadito l’intento di voler continuare a combattere per l’abbattimento degli stereotipi che vedono la donna come “figlie di un Dio minore” rivendicando ruoli che prevedano l’uguaglianza con il genere maschile. Perché, la speranza di una vita migliore passa anche dall’immaginare un mondo fatto di “persone” senza discriminazioni di alcun genere.