Preoccupato per quanto sta accadendo nell’area nord di Basilicata, il primo cittadino di Palazzo S.G., fa sentire la sua voce a sostegno di quanti in questi giorni sono sotto la mannaia della crisi produttiva ed industriale. “Tra l’indifferenza generale – denuncia il sindaco Pagano- prosegue inarrestabile il ridimensionamento dell’area industriale di San Nicola di Melfi. È di queste settimane la notizia della chiusura di 3 aziende di ceramiche, la Ceramica Fenice, la Blu Ceramic, e la Blu Mix. Di conseguenza i 135 dipendenti dei tre stabilimenti saranno collocati in cassa integrazione straordinaria. Altra tegola che si abbatte sulla nostra Ricca Lucania Metalli di Melfi. Ancora una volta questa amministrazione comunale, unitamente a pochi altri soggetti pubblici (tra i quali vanno annoverati i comuni di Lavello, Banzi e Venosa e la Comunità Montana dell’Alto Bradano), è costretta a denunciare il silenzio istituzionale ed il disinteresse delle organizzazioni industriali. Non posso fare a meno di ricordare, infatti che, in occasione della Conferenza dei sindaci da me indetta per la crisi della Lasme, tenuta il 18 agosto 2009 presso la sala consiliare del comune di Lavello, fui quasi deriso dal sindaco del comune di Rionero in V., allorquando, denunziando la crisi dell’auto, chiedevo il sostegno delle Istituzioni in quella sede presenti, per rivendicare una nuova politica industriale basata sul prodotto agricolo. È troppo facile, per me oggi, sottolineare che anche la questione Lasme è passata in secondo piano, ma, comunque, è mia ferma intenzione continuare a far sentire la voce di questa Istituzione, ormai abbandonata a tutti (Istituzioni e non), dal momento che non siamo ancora in campagna elettorale. Non so quanti lettori avrà questo scritto, né quanti lavoratori,oggi apparentemente sicuri del proprio impiego, intendano raccogliere questo accorato appello, ma, dal momento che centinaia di lucani sono in procinto di perdere la propria occupazione, invito tutti gli uomini di buona volontà a tenere alta la guardia per evitare che il silenzio e, peggio, l’indifferenza, possa costituire alibi per lo smantellamento delle aree industriali realizzate con i fondi post terremoto del 23 novembre 1980. A brevissimo convocherò un consiglio comunale sulla crisi industriale che, spero, godrà di una considerevole presenza di pubblico”.