PALAZZO S. G. - Hanno rotto le finestre dei bagni, scavalcato la recinzione, fatto un salto di oltre quattro metri e lasciato il centro di accoglienza che il ministero dell’Inter - no chiama «struttura alloggiativa provvisoria ». «Un modo per non chiamare prigione quella che in effetti lo è», dice Angela Lombardi, ex deputato comunista e unico esponente del mondo politico che ha deciso di passare la giornata di ieri davanti ai cancelli della tendopoli di Palazzo San Gervasio che accoglie da ieri 495 tunisini provenienti dal centro di accoglienza di Manduria.
I dieci tunisini sono stati rintracciati dalle forze dell’ordine e riporti nel centro dopo circa un’ora. Momenti di lieve tensione si sono vissuti anche quando una trentina dei 40 immigrati arrivati nel comune lucano con l’ultimo pullman non sono voluti scendere. Alcuni erano già in possesso di biglietti ferroviari per varie destinazioni italiane, tra cui Roma, Milano e Bologna.
La trattativa tra le forze dell’ordine, i responsabili del campo e gli immigrati è stata complicata, alla fine sono scesi solo in dieci e il pullman è ripartito quasi pieno. I tunisini sono stati portati altrove per la loro identificazione. Il pullman è uscito dal campo scortato. Tra le auto c’erano anche quelle della polizia scientifica. Rientrerà solo a tarda sera.
Sempre nel pomeriggio, è arrivato anche un autocarro con altre quattro tende, che si aggiungeranno alle 64 già installate nei giorni scorsi. Perché sono attesi altri tunisini. Nel corso della mattinata di ieri, con a capo il commissario regionale della Basilicata della Cri, Anna Maria Scalise, e il commissario sanitario del campo, Amos Dawodu, sono cominciate le prime visite «in un clima - ha spiegato Scalise ai giornalisti - assolutamente sereno. Non abbiamo ricevuto lamentele, anzi più di qualcuno ci ha ringraziato per l’accoglienza e per le cure prestate. Che cosa ci chiedono? Sigarette, vogliono fumare».
Fonte : www.lagazzettadelmezzogiorno.it
I dieci tunisini sono stati rintracciati dalle forze dell’ordine e riporti nel centro dopo circa un’ora. Momenti di lieve tensione si sono vissuti anche quando una trentina dei 40 immigrati arrivati nel comune lucano con l’ultimo pullman non sono voluti scendere. Alcuni erano già in possesso di biglietti ferroviari per varie destinazioni italiane, tra cui Roma, Milano e Bologna.
La trattativa tra le forze dell’ordine, i responsabili del campo e gli immigrati è stata complicata, alla fine sono scesi solo in dieci e il pullman è ripartito quasi pieno. I tunisini sono stati portati altrove per la loro identificazione. Il pullman è uscito dal campo scortato. Tra le auto c’erano anche quelle della polizia scientifica. Rientrerà solo a tarda sera.
Sempre nel pomeriggio, è arrivato anche un autocarro con altre quattro tende, che si aggiungeranno alle 64 già installate nei giorni scorsi. Perché sono attesi altri tunisini. Nel corso della mattinata di ieri, con a capo il commissario regionale della Basilicata della Cri, Anna Maria Scalise, e il commissario sanitario del campo, Amos Dawodu, sono cominciate le prime visite «in un clima - ha spiegato Scalise ai giornalisti - assolutamente sereno. Non abbiamo ricevuto lamentele, anzi più di qualcuno ci ha ringraziato per l’accoglienza e per le cure prestate. Che cosa ci chiedono? Sigarette, vogliono fumare».
Fonte : www.lagazzettadelmezzogiorno.it