I Consiglieri del Gruppo Consiliare del Popolo della Libertà della Regione Basilicata G. Rosa, N. Pagliuca, M. Pici, M. Venezia, P. Castelluccio, M. Napoli e F. Mattia ed il consigliere dell’MPA F. Mollica, hanno presentato una mozione affinché il Consiglio Regionale deleghi la Giunta Regionale a promuovere per conto della Regione Basilicata i dovuti atti legali tesi a fare dichiarare l'incostituzionalità dell'art. 1, comma 2 e dell'allegato 2 del D.lgs. 179/2009, laddove intesi a sottrarre la L. 1082/39 all'abrogazione operata con il decreto legge 200/08.
La storia delle opere d’arte donate da Camillo D'Errico alla comunità di Palazzo San Gervasio è antica ed allo stesso tempo travagliata. D’Errico alla sua morte nel 1897, lasciò alla sua comunità la più grande raccolta d’arte privata del Mezzogiorno: 298 tele del XVII e XVIII sec, 500 stampe dello stesso periodo, 8.000 volumi della sua biblioteca, più due palazzi prospicienti. Nel 1914 il Governo Italiano, con Regio Decreto provvedeva all’istituzione dell’Ente Morale “Biblioteca e Pinacoteca Camillo d’Errico” con sede a Palazzo San Gervasio e nel 1915 con il successivo Decreto, ne approvava lo Statuto, che affidava la gestione dell’Ente Morale ad un Consiglio di Amministrazione, presieduto dal Sindaco di Palazzo San Gervasio. Nel 1939, l’allora Ministero dell’Educazione Nazionale, guidato da Giuseppe Bottai, disponeva lo spostamento dell’ingente patrimonio nella città di Matera con non precisate ragioni di sicurezza, con legge n.1082 del 13 luglio 1939.
Nel 2006 il Tribunale di Potenza, con sentenza 121/06, sembrava aver messo la parola fine alla questione, condannando il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali alla restituzione delle opere della Biblioteca Pinacoteca “Camillo d’Errico” in favore dell’Ente Morale Camillo d’Errico, quindi il ritorno delle stesse alla comunità palazzese.
Tra l’altro le legge 1082/1939 con il D.L. 200/2008 veniva abrogata in uno con migliaia di altre norme ormai di fatto neglette. Ma il D.lgs. 179/2009, riapre la questione, sottraendo la L. 1082/39 dal novero delle norme abrogate con DL 200/2008, riproponendo un’ingiustizia ed ad allo stesso tempo violando l’art. 117 della Costituzione Italiana. Riteniamo, che il D.lgs. 179/09 è costituzionalmente illegittimo, sia sotto il profilo della "riviviscenza" di norma abrogata, sia sotto quello della sua intervenuta abrogazione a seguito della L.R. 29/08, che, a norma del combinato disposto dell'art. 117 Costituzione nel testo vigente e dell’art. 14 comma 14 bis della L. 246/2005, che vietano alla normativa nazionale di legiferare in materia di tutela dei beni artistici, se non nel più generale ambito delle cd. leggi cornice o quadro.
La nostra intenzione, come esponenti della massima assise regionale, è quella di contribuire alla soluzione definitiva di un’ingiustizia storica legale che ha violato le volontà dell’illustre cittadino di Palazzo San Gervasio e privato la comunità palazzese di quell’importante patrimonio.
Siamo certi, che l’assise regionale saprà valutare correttamente l’iniziativa superando qualsiasi campanilismo di provincia e certamente in questo caso superfluo.
La storia delle opere d’arte donate da Camillo D'Errico alla comunità di Palazzo San Gervasio è antica ed allo stesso tempo travagliata. D’Errico alla sua morte nel 1897, lasciò alla sua comunità la più grande raccolta d’arte privata del Mezzogiorno: 298 tele del XVII e XVIII sec, 500 stampe dello stesso periodo, 8.000 volumi della sua biblioteca, più due palazzi prospicienti. Nel 1914 il Governo Italiano, con Regio Decreto provvedeva all’istituzione dell’Ente Morale “Biblioteca e Pinacoteca Camillo d’Errico” con sede a Palazzo San Gervasio e nel 1915 con il successivo Decreto, ne approvava lo Statuto, che affidava la gestione dell’Ente Morale ad un Consiglio di Amministrazione, presieduto dal Sindaco di Palazzo San Gervasio. Nel 1939, l’allora Ministero dell’Educazione Nazionale, guidato da Giuseppe Bottai, disponeva lo spostamento dell’ingente patrimonio nella città di Matera con non precisate ragioni di sicurezza, con legge n.1082 del 13 luglio 1939.
Nel 2006 il Tribunale di Potenza, con sentenza 121/06, sembrava aver messo la parola fine alla questione, condannando il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali alla restituzione delle opere della Biblioteca Pinacoteca “Camillo d’Errico” in favore dell’Ente Morale Camillo d’Errico, quindi il ritorno delle stesse alla comunità palazzese.
Tra l’altro le legge 1082/1939 con il D.L. 200/2008 veniva abrogata in uno con migliaia di altre norme ormai di fatto neglette. Ma il D.lgs. 179/2009, riapre la questione, sottraendo la L. 1082/39 dal novero delle norme abrogate con DL 200/2008, riproponendo un’ingiustizia ed ad allo stesso tempo violando l’art. 117 della Costituzione Italiana. Riteniamo, che il D.lgs. 179/09 è costituzionalmente illegittimo, sia sotto il profilo della "riviviscenza" di norma abrogata, sia sotto quello della sua intervenuta abrogazione a seguito della L.R. 29/08, che, a norma del combinato disposto dell'art. 117 Costituzione nel testo vigente e dell’art. 14 comma 14 bis della L. 246/2005, che vietano alla normativa nazionale di legiferare in materia di tutela dei beni artistici, se non nel più generale ambito delle cd. leggi cornice o quadro.
La nostra intenzione, come esponenti della massima assise regionale, è quella di contribuire alla soluzione definitiva di un’ingiustizia storica legale che ha violato le volontà dell’illustre cittadino di Palazzo San Gervasio e privato la comunità palazzese di quell’importante patrimonio.
Siamo certi, che l’assise regionale saprà valutare correttamente l’iniziativa superando qualsiasi campanilismo di provincia e certamente in questo caso superfluo.