Chiunque abbia ancora a cuore la legalità repubblicana, i diritti umani e la dignità delle persone, non può che inorridire di fronte alla video inchiesta sul centro di identificazione e di accoglienza di Palazzo san Gervasio, Potenza, un vero e proprio lager, una sorta di Guantanamo in salsa tricolore. La videoinchiesta, curata da Alberto Custodero, da Raffella Cosentino, daFabrizio Gatti, giornaliste e giornalisti sensibili e coraggiosi, svela una realtà drammatica fatta di soprusi, di violenza, di negazione dei diritti, di sospensione dei diritti fondamentali.
Il tutto segnato dalla clandestinità, politica e mediatica, quasi assoluta, se i cronisti non avessero davvero fatto ricorso ad ogni mezzo per fare il loro dovere, nulla si sarebbe saputo, nulla si sarebbe visto e sentito.
Che bella differenza tra questi cronisti e quelli che riescono a sbagliare persino le date dei referendum!
La Regione Basilicata ha denunciato di non essere mai stata informata, alla faccia del federalismo tanto caro al ministro Maroni?
Adesso si capisce meglio perchè da quelle parti, e non solo da quelle parti, non sono gradite le visite e le ispezioni dei parlamentari e dei cronisti. Ultimamente si è arrivati, con una specifica circolare del ministero degli interni, a negare l’accesso ai centri a tutti i giornalisti anche se accompagnati da un rappresentante delle istituzioni nazionali e regionali.
Questo abuso viene consumato in nome dello stato di emergenza, decretato in occasione dell’arrivo dei rifugiati e dei profughi dalla Tunisia, in fuga da quel Ben Ali che in Italia aveva ed ha tanti estimatori Naturalmente non c’è bisogno di essere dotati di grande immaginazione per capire quale idea la nuova Tunisia si stia facendo dell’Italia.
Dall’otto giugno, fuori dal centro clandestino di Palazzo San Gervasio, alcuni avvocati attendono di poter entrare per poter assistere quelle persone che ne hanno fatto richiesta, perchè ritenono di avere i titoli per poter restare in Italia. Neppure a loro è stato concesso di poter svolgere il loro mestiere.
Per queste ragioni come articolo 21 abbiamo deciso di riprendere l’appello lanciato d un gruppo di giornalisti per chiedere la immediata abrogazione della circolare Maroni e il ripristino dei diritti previsti da tutte le convenzioni internazionali anche nei cosiddetti centri identificazione e di accoglienza.
Leonard Touadì ha oggi proposto di inviare una delegazione parlamentare in Basilicata per recarsi al centro, per incontrare gli avvocati, per concordare una linea comune con le associazioni e con le istituzioni locali.
Ci sembra una ottima iniziativa, articolo 21 ci sarà e parteciperà a tutte le iniziative cha saranno concordate, anche perchè tra i tanti valori che sono stati sospesi, anzi abrogati, ci sono proprio quelli relativi alla libertà di informazione e, quando l’oscurità prevale sulla luce, ogni tipo di misfatto può davvero essere portato a compimento nella indifferenza della pubblica opinione
Siamo sicuri infine che anche i media nazionali, in particolare quelli televisivi, vorranno portare i loro riflettori davanti a questa prigione chiamata centro di accoglienza.
O no?
Il tutto segnato dalla clandestinità, politica e mediatica, quasi assoluta, se i cronisti non avessero davvero fatto ricorso ad ogni mezzo per fare il loro dovere, nulla si sarebbe saputo, nulla si sarebbe visto e sentito.
Che bella differenza tra questi cronisti e quelli che riescono a sbagliare persino le date dei referendum!
La Regione Basilicata ha denunciato di non essere mai stata informata, alla faccia del federalismo tanto caro al ministro Maroni?
Adesso si capisce meglio perchè da quelle parti, e non solo da quelle parti, non sono gradite le visite e le ispezioni dei parlamentari e dei cronisti. Ultimamente si è arrivati, con una specifica circolare del ministero degli interni, a negare l’accesso ai centri a tutti i giornalisti anche se accompagnati da un rappresentante delle istituzioni nazionali e regionali.
Questo abuso viene consumato in nome dello stato di emergenza, decretato in occasione dell’arrivo dei rifugiati e dei profughi dalla Tunisia, in fuga da quel Ben Ali che in Italia aveva ed ha tanti estimatori Naturalmente non c’è bisogno di essere dotati di grande immaginazione per capire quale idea la nuova Tunisia si stia facendo dell’Italia.
Dall’otto giugno, fuori dal centro clandestino di Palazzo San Gervasio, alcuni avvocati attendono di poter entrare per poter assistere quelle persone che ne hanno fatto richiesta, perchè ritenono di avere i titoli per poter restare in Italia. Neppure a loro è stato concesso di poter svolgere il loro mestiere.
Per queste ragioni come articolo 21 abbiamo deciso di riprendere l’appello lanciato d un gruppo di giornalisti per chiedere la immediata abrogazione della circolare Maroni e il ripristino dei diritti previsti da tutte le convenzioni internazionali anche nei cosiddetti centri identificazione e di accoglienza.
Leonard Touadì ha oggi proposto di inviare una delegazione parlamentare in Basilicata per recarsi al centro, per incontrare gli avvocati, per concordare una linea comune con le associazioni e con le istituzioni locali.
Ci sembra una ottima iniziativa, articolo 21 ci sarà e parteciperà a tutte le iniziative cha saranno concordate, anche perchè tra i tanti valori che sono stati sospesi, anzi abrogati, ci sono proprio quelli relativi alla libertà di informazione e, quando l’oscurità prevale sulla luce, ogni tipo di misfatto può davvero essere portato a compimento nella indifferenza della pubblica opinione
Siamo sicuri infine che anche i media nazionali, in particolare quelli televisivi, vorranno portare i loro riflettori davanti a questa prigione chiamata centro di accoglienza.
O no?
Fonte: http://www.articolo21.org/3353/notizia/il-lager-della-basilicata.html