
La personale raccoglieva opere pittoriche e sculture in ferro, varie per grandezza e forma, frutto di un talento naturale, imprescindibile dall’artista, che ha dedicato e dedica la sua esistenza all’arte nelle accezioni più varie. Le opere non nascono solo dal talento delle sue mani, ma anche da una ricerca e conoscenza delle antiche civiltà e da tutto quel che è stato tramandato, attraverso la storia, negli anni.
Molti critici quando parlano dell’arte del Carulli si discostano dal canonico significato che appartiene a chi crea sculture e coniuga la stessa arte scultorea all’immobilità, tutti concordano sulla leggiadria, la trasparenza e la plasticità delle stesse opere, ed il loro modo di tradire la rigidità del ferro o di altra materia, restituendo grazia e sinuosità, e dando vita a sculture che parlano come se fossero dotate di una vita propria. Chiunque abbia vistato questa personale, ha facilmente potuto comprendere come l’artista riesca ad assoggettare le materie quali ferro, argilla e pietra, che plasma e fa proprie, mutuando le strutture anatomiche ed esaltandone i dettagli, creando opere che nonostante la freddezza, degli elementi utilizzati, riesca a dotare di una dinamicità unica. Questo, dell’artista è un periodo fertile e positivo, in cui la produzione di opere è fiorente.