COMUNE DI PALAZZO SAN GERVASIO

(Provincia di Potenza)  

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 Prot. 4289

A S.E. Il Ministro  Umberto Bossi

 

A proposito di Unità d’Italia  

Eccellentissimo Signor Ministro,

nella mia qualità di Sindaco di Palazzo San Gervasio, piccolo Comunità della "Terronia" (Provincia di Potenza-Basilicata), sento il bisogno di esprimerle tutto il mio disappunto per le inopportune ed inesatte Sue dichiarazioni in ordine alla presunta inutilità delle manifestazioni per il centocinquantesimo  anniversario dell’Unita d’Italia, Unità, a Suo dire, non voluta dal Nord.

Mi scuserà, Eccellenza, se il tono della presente non  sarà né ossequioso né remissivo, ma vorrei rammentarLe che   proprio grazie all’Unita d’Italia ed alle Istituzioni Repubblicane  che entrambi occupiamo poltrone ed abbiamo diritto di esprimere le nostre  opinioni, anche se le Sue sono in contrasto con il Ruolo che Ella degnamente ricopre. Quanto poi alla mancanza di consenso del Nord all’occupazione garibaldina, vorrei solo precisarLe che il Regno delle Due  Sicilie era lo Stato preunitario più prospero,  nel quale  l’emigrazione era sconosciuta   e la  cui popolazione non aveva alcun  desiderio di unirsi alla restante  parte della penisola. La sua posizione strategica al centro del Mediterraneo e la sua politica di fiera indipendenza  cozzavano contro gli interessi delle grandi potenze  europee e dei Savoia. Sempre a proposito di unificazione, poi, mi permetto di rilevare che la politica fiscale perseguita dallo Stato unitario fu un caso di vero e proprio drenaggio di capitali che dal Sud andarono al Nord. La pressione fiscale in agricoltura crebbe sotto i Piemontesi e crebbe in maniera difforme, non equa. Cosi, mentre nel Regno delle Due Sicilie si pagavano 40 milioni d’imposta fondiaria, nel 1866, dopo  l’unificazione , nel  Sud Italia se ne pagavano 70, contro i 52 del Nord. La sperequazione è anche  più evidente se si considerano le aliquote per ettaro:  nelle province di Napoli e Caserta si pagavano L. 9.6 per  ettaro contro la media nazionale di L. 3.33.  Lo stesso avveniva per le tasse sugli affari che incidevano per L. 7.04 pro capite in Campania, contro 6.70 in Piemonte e 6.87 in Lombardia. Il debito pubblico pro-capite  degli Stati sardi era il quadruplo di quello dell'Antico Regno ed il Sud fu costretto ad accollarsi centinaia di milioni spesi dal Nord. La media pro-capite per le spese pubbliche fu di L. 0.39 nel Mezzogiorno continentale (L..0.37 in Sicilia) contro la media nazionale di L. 19.71. Gli appalti furono concessi quasi esclusivamente al Centro—Nord  e cosi pure le società con monopoli, privilegi  e  sovvenzioni furono presenti al Centro-Nord (in  “Uomini e civiltà" , di Mario Mencarelli, Brescia, La Scuola Editrice, 1976).

Si dice che la Storia é "Maestra di Vita"; la Storia, Eccellenza, non le favole!

 

 

Deferenti Ossequi (nonostante tutto)

 

Il Sindaco

(F.to Federico Pagano)