di Nicola Forlino - (3^ parte)
Ci fermiamo a visitare il villaggio di XITOLE e come in ogni villaggio ci circondano gruppi di bambini ai quali distribuiamo caramelle e cappellini; anche gli adulti sono felici di ricevere questi umili doni.
Notiamo, seduta all’ombra di una tettoia, una donna
che sta allattando due gemellini e ci avviciniamo con curiosità.
E’ la prima vota che vediamo dei bimbi in tale stato di denutrizione: la mamma ci fa intendere che hanno tre mesi di vita, ma a noi sembra che hanno il peso e la struttura di due bimbi appena nati.
Si muovono appena ed hanno uno sguardo che implora aiuto, le gambe e le braccia hanno lo spessore di una delle nostre dita.
A qualcuno di noi scappano le lacrime ….
Chiamiamo subito suor Paula e le suore che sono con noi per farglieli vedere: li mettono immediatamente nel fuoristrada insieme alla loro mamma e li portano via.
Andiamo a far loro visita la mattina seguente nell’ospedale di Bafatà, dove li troviamo attaccati alle flebo, con la pelle già più idratata ed elastica e con gli occhietti più vispi, in sensibile stato di
miglioramento. Sapremo poi, purtroppo, che dalle analisi effettuate risultano entrambi affetti da HIV e che avrebbero avuto più probabilità di guarire se fossero stati portati molto tempo prima in ospedale... ma qui è radicata ancora la convinzione che esistono gli spiriti del male e che quando nascono due gemelli uno dei due è destinato a soccombere!
miglioramento. Sapremo poi, purtroppo, che dalle analisi effettuate risultano entrambi affetti da HIV e che avrebbero avuto più probabilità di guarire se fossero stati portati molto tempo prima in ospedale... ma qui è radicata ancora la convinzione che esistono gli spiriti del male e che quando nascono due gemelli uno dei due è destinato a soccombere!
Sabato 23 gennaio torniamo a Bissau per una giornata
di grande festa per la chiesa locale: l’ordinazione sacerdotale di ben sei diaconi africani.
La funzione religiosa si svolge sul sagrato della Chiesa di San Francesco d’Assisi: gli ordinanti sono infatti francescani.
Una cerimonia emozionantissima e molto suggestiva, i preparativi lo lasciano presupporre: coloratissimi teli e file di bandierine stesi sotto i grandi alberi del piazzale, banchi per i fedeli ordinati su due file che lasciano un ampio e lungo corridoio centrale, ai bordi del quale – a fare servizio d’ordine - sono disposti in piedi numerosi giovani scouts.
Una cerimonia emozionantissima e molto suggestiva, i preparativi lo lasciano presupporre: coloratissimi teli e file di bandierine stesi sotto i grandi alberi del piazzale, banchi per i fedeli ordinati su due file che lasciano un ampio e lungo corridoio centrale, ai bordi del quale – a fare servizio d’ordine - sono disposti in piedi numerosi giovani scouts.
Vestiti di bianco attraversano il corridoio in processione tantissimi frati e sacerdoti, tra i quali il vescovo africano, quello di Bafatà, quello di Verona venuto apposta per l’occasione . Tra tutti loro spicca per noi la presenza del nostro vescovo monsignor Giovanni Ricchiuti con i confratelli don
Gaetano Corbo e don Donato Glisci che sono in viaggio con noi.
Un coro composto da una cinquantina di giovani, accompagnati musicalmente dai soliti tam-tam e stavolta anche dalle più moderne chitarre e tastiere elettriche, anima la celebrazione e le danze delle giovani donne che affiancano in fila il corteo dei concelebranti e dei novelli sacerdoti.
E’ presente alla cerimonia, oltre alle autorità religiose e civili locali, una folla straordinaria di persone in abiti e costumi locali: è un’atmosfera meravigliosa ed affascinante di musiche, canti, preghiere e colori che ci coinvolge al punto che seguire le preghiere ed i canti stampati su un volantino in lingua portoghese non ci sembra affatto difficoltoso …
Rientrando a Bafatà nel pomeriggio ci fermiamo a
XIME, un altro povero villaggio della zona, dove
l’accoglienza a Padre Antonio Grillo, che ha voluto accompagnarci in questo viaggio nonostante la bella età di 85 anni, è davvero suggestiva.
Alcuni anziani lo riconoscono e gli testimoniano il loro affetto, dimostrandogli che non hanno mai dimenticato i suoi insegnamenti: circondatolo, gli cantano in coro – ovviamente nella loro lingua- “i dieci comandamenti”, così come li avevano appresi da lui tanti anni fa …
I giorni che seguono facciamo visita a diverse scuole allestite dai missionari nei villaggi più grandi: ci sono bambini ordinati e disciplinati, spesso scalzi ma puliti e ben vestiti, ognuno al proprio posto ed
attento alla lavagna da dove il maestro o un compagno di scuola dirigono la lettura, mentre tutti, non avendo un libro proprio, leggono e ripetono ad alta voce.
Stare ad osservarli e ad ascoltarli è per me un’altra grande emozione, mentre penso che qui dovremmo portare almeno una volta i nostri studenti …
Stare ad osservarli e ad ascoltarli è per me un’altra grande emozione, mentre penso che qui dovremmo portare almeno una volta i nostri studenti …
Padre Dioniso ci accompagna poi nella “scuola” di un piccolo villaggio la quale, ci dice, è diretta da una mamma che, rattristata di dover vedere il proprio bambino percorrere a piedi molti chilometri ogni giorno per raggiungere la scuola del villaggio più vicino,
gli si era rivolta chiedendogli se egli potesse aiutarla
a fare di lei una maestra per il suo e per gli altri bimbi del proprio villaggio.
Con l’aiuto del missionario gli abitanti del villaggio hanno costruito una “scuola” (le mura ed il tetto fatti completamente di canne di bambù) e la signora SANTA – così, manco a farlo apposta, si chiama l’intraprendente mammina – ora fa l’insegnante. Gli abitanti del villaggio a fine mese fanno una colletta per pagarle un piccolo stipendio, integrato, quando proprio insufficiente, dall’aiuto di padre Dioniso.
(segue)