La presente per chiarire la ragione per cui la nostra Associazione non ha inteso aderire alla manifestazione “MARCIA SULL’ILLEGALITA’” del 20 maggio 2010.
In primo luogo non è nostro intento negare la validità che questo genere di protesta ha avuto nel denunciare il fenomeno dell’illegalità in Italia.
Ciò non ci impedisce, tuttavia, di notare come tale fenomeno, invece di regredire, si sia ulteriormente esteso.
Stando a quanto denunciato da il Sole 24 ore, nel 2009, il fatturato delle organizzazioni criminali nel nostro paese  è stato stimato pari a 300 miliardi di euro.
Tanto ci fa ritenere che il problema reale è altrove: è in una legislazione nazionale permissiva che di fatto ha finito per facilitare il fenomeno.
La deregolamentazione legislativa ha finito per disarmare lo Stato ed i suoi apparati ad ogni livello, di fronte a comportamenti delinquenziali.

Di fatto i confini tra l’economia legale e quella illegale si sono assottigliati di molto, quando non sono scomparsi addirittura.

Combattere l’illegalità oggi, vuol dire a nostro parere, battersi per chiedere più regole e più Stato che tutelino tutti i cittadini. Vuol dire mettere in stretta relazione i due fenomeni quello della deregolamentazione e questo della delinquenza.
Soprattutto, vuol dire, AGIRE QUOTIDIANAMENTE NELLA LEGALITA’.
La legalità si costruisce con i fatti e non con le parole.
Diversamente, come si sta facendo, continueremo ad illuderci di asciugare il mare con  il secchiello con cui i bambini giocano sulla spiaggia.