Nella logica delle decisioni è sempre imperniante quella che ci induce alla non decisione o peggio ancora alla strumentalizzazione. Ma tra fede, ragione e politica mi rifaccio ad un pensiero di Wildiana memoria, in cui si sintetizzava che : Ciò che non abbiamo osato, abbiamo praticamente perduto. La vicenda su cui intervengo si colloca nell’ambito dell’estrazione di idrocarburi, molto rilevante per le sorti economiche, denominata “Palazzo San Gervasio” nell’area dell’Alto Bradano.Il mio non è un principio di sregolatezza e svendibilità né tantomeno un principio di qualunquismo applicabile alle sfere sociali. L’uomo per sua natura ha creato e distrutto. Ma ha usato l’intelligenza e l’astuzia del miglioramento applicato al progresso. Altrimenti sarebbe come ammettere il fallimento del pianeta. L’estrazione di idrocarburi sarà certo un problema da monitorare e concordare con la logica del rispetto di una zona che, se pur oggetto di svendita attuata negli ultimi tempi, ha saputo trovare la forza per affermare altre competitività economiche, quali i prodotti ed il territorio ambientale. Ma non ci si può chiamare fuori dai problemi, sempre più accentuati dalla disoccupazione e dall’emigrazione, rifugiandosi nella paura incondizionata tipica meridionale, dello “straniero” che bussa alla porta. Ed è anche vero che l’esempio Val D’Agri non sia stato dei migliori.Ritengo doveroso, ripartire da questo esempio ed entrare nel merito.
La possibilità energetica che la nostra zona può interessare un’intera economia non ci deve lasciare perplessi e sconvolti. Abbiamo il dovere di discutere e pretendere tutti i rispetti possibili per l’agricoltura, l’ambiente e la salute. Ma abbiamo anche il dovere di osare nella possibilità che “un altro futuro è possibile”.Come tanti sono gli esempi di problemi legati al petrolio, altrettanti sono i risvolti positivi che si sono saputi coniugare con rigore sull’impatto ambientale. E non basta dire no, nel poi ammettere tra di noi che, la nostra terra e destinata a fallire per via di settori oramai stagnanti, in crisi e disinnovati.Vorrei riprendere una parola molto usata ultimamente : Innovazione. Essa non è altro che la forza di stare al passo con tempi scommettendo sul futuro per rimanere aggrappati al presente.Perché oggi il presente nell’Alto Bradano non è solo affatto, come si vuol far credere l’agricoltura e l’ambiente che, vivono tutti in pieni debiti e l’impossibilità di dare un futuro ai tanti giovani. Anche perché le ricchezze le fanno sempre le grandi aziende (non lucane) che commercializzano i nostri prodotti, lasciandoci solo briciole e debiti bancari.E questo non è affatto un pensiero ma un dato! Diverso sarebbe cercare di creare, attraverso altre possibilità. Di fare fronte comune nel garantire l’equilibrio tra settori differenti e cercando di non svendere il territorio chiedendo “benefici” per le nostre popolazioni! Abbiamo comuni in dissesto, servizi sociali assenti, istruzione precaria, infrastrutture obsolete e fatiscenti. Come potremmo mai garantire uno sviluppo ed un futuro ai nostri giovani?Ritengo che la sfida non sia rinchiudersi ma accettarla e migliorarla, osando tutto quel coraggio che la Politica meridionale spesso si è macchiata per non averne avuto. Altrimenti ci rimarrà la voce dei nostri giovani che scapperanno e il rammarico per aver perso un’occasione e per non aver saputo osare….
Lorenzo Italiano
già Vice Presidente
Comunità Montana Alto Bradano
Lorenzo Italiano
già Vice Presidente
Comunità Montana Alto Bradano