BAS Nel corso della seduta di Consiglio provinciale che si è svolto oggi, dopo aver affrontato vari punti all'ordine del giorno,è stata aperta una discussione sulla situazione del centro di accoglienza per immigrati di Palazzo San Gervasio, su proposta del capogruppo Pace ed altri consiglieri, il quale ha rimarcato il grave disagio in cui vivono i ragazzi extracomunitari, “costretti in una struttura nella quale ci sono solo 7 turche per 1.000 presenze e un sistema di sotterranei dove trovano riparo centinaia di persone. Credo che l’amministrazione comunale non possa gestire da sola la situazione, ma che sia necessario uno sforzo comune dei diversi Enti, Provincia in testa, quale trade union tra Regione e Comuni”.
Nella sua relazione, l’assessore alle Politiche sociali Paolo Pesacane ha fatto il punto sulla situazione del campo di Palazzo San Gervasio. “Un campo aperto 10 anni fa, secondo una scelta mantenuta ferma dalle amministrazioni comunali che si sono succedute, per dare una sistemazione di emergenza ai lavoratori migranti, ma che sicuramente non rappresenta una soluzione al problema poiché innesca un circolo vizioso, con una struttura nella quale arriva più gente di quella che possa realmente essere ospitata e reclutata e dove si assolda manodopera a basso costo. Per queste ragioni – ha spiegato Pesacane - da un anno a questa parte, abbiamo provato a mettere in piedi, insieme al Comune di Palazzo, un dialogo con diverse istituzioni, individuando risorse pari a 190 mila euro, di cui 90 mila da destinare all’acquisizione di un albergo per accogliere i lavoratori e altri 100 mila euro da utilizzare per la manutenzione e per la gestione del campo di accoglienza. Un percorso largamente condiviso, ma che si è arenato a causa di alcuni problemi, tra cui il mancato collaudo statico del campo, che ne ha determinato la chiusura. Da quel momento in poi, si è costituita una struttura di coordinamento tra i diversi Enti che ha avviato alcuni servizi – ha concluso Pesacane - come il servizio informativo-assistenziale presso il Punto salute di Palazzo grazie all’Asp, il servizio sanitario presso un ambulatorio “dedicato” nell’ospedale di Venosa, la distribuzione di acqua ai lavoratori in collaborazione con Acquedotto lucano e l’assistenza della Caritas. Al momento, è in atto una verifica della possibilità di utilizzare sin da subito case diffuse nell’abitato di Palazzo, mentre si continua a lavorare per trovare una soluzione definitiva di prospettiva, che coinvolga nel processo di accoglienza tutti i comuni del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano, mediante una politica di sostegno all’utilizzo di case sfitte nei centri storici e attraverso la creazione di servizi”.
Quest’ultima proposta ha trovato il consenso di diversi consiglieri - Severino Notarfrancesco (Pdl), Antonio Murano (Provincia Futuro), Michele Destino (Pdl), Antonino Capuano (Pdl), Antonio Rossino (Psi), Vittorio Prinzi (Idv) e Leonardo Lovallo (Udc) – i quali hanno sottolineato l’impossibilità, per un Comune come Palazzo San Gervasio, di gestire da solo una situazione così complessa.
A tal proposito, il presidente del Consiglio provinciale Palmiro Sacco e il presidente della Provincia Piero Lacorazza hanno proposto all’assise di approfondire il tema nella commissione consiliare competente, attraverso le audizioni dell’assessore regionale alla Salute Attilio Martorano, del sindaco di Palazzo San Gervasio Federico Pagano e del commissario della Comunità montana dell’Alto Bradano Antonio Anatrone, per dare un risultato più significativo e concreto alla discussione.