PALAZZO SAN GERVASIO - «Ho tentato il suicidio per due volte, purtroppo mio malgrado e contro la mia volontà, mi hanno salvata per il rotto della cuffia. Non ce la faccio più a vivere in queste condizioni. Voglio farla finita una volta per tutte». Tragica e commovente la storia della signora Maria. Sola, ammalata, obesa, senza un minimo di sostentamento. Il Comune provvede ad assicurarle un solo pasto al giorno. Il resto è elemosina e carità cristiana. Le bollette della luce e del gas quasi sempre le vengono pagate dalla «Betania». È l’ associazione caritatevole che provvede al pagamento delle numerose e costose medicine ed al sostentamento alimentare. Quando l’ associazione non è in grado di sopperire a queste esigenze la signora rimane al freddo ed al buio mentre le cure farmacologiche vengono sospese con effetti devastanti per la salute della paziente. Pur avendo due figlie vive sola. Una figlia vive a Verona facendo del volontariato e l’altra ha quattro bambini in tenera età e una casa tanto piccola che non può ospitare un’altra persona. Sette anni fa è stata abbandonata dal marito che non gli passa alcun minimo sostentamento. Vive nella miseria più nera.
E’ pericolosa per sé e per gli altri. Giorni or sono ha rischiato di far saltare in aria la palazzina in cui vive in condominio avendo dimenticato il fornello del gas acceso. All’odore del gas e del fumo che usciva dalla casa gli inquilini hanno dato l’allarme riuscendo ad evitare una tragedia. Gli avvocati Massimiliano Minozzi e Maria Grazia Colasanti, che prestano volontariato presso la Betania, hanno scritto, per denunciarne il caso alla regione Basilicata servizio sanitario e ai servizi sociali del comune.
La signora soffre di gravi forme depressive, di attacchi di panico e ansia. In risposta alla missiva il dottor Festino, del servizio sanitario regionale, ha scritto che «le sue condizioni si sono aggravate ulteriormente soprattutto dopo l’abbandono del marito che ha lasciato la famiglia in disastrose condizioni. Inoltre la stessa è affetta da disturbo depressivo maggiore dell’umore ed è in terapia con psicofarmaci che spesso assume in maniera inappropriata non attenendosi alle prescrizioni del sottoscritto. La stessa necessita di assistenza continua domiciliare. A mio avviso sarebbero utili interventi sia del tipo economico che sociali propriamente per restituire quella dignità di persona cui tutti abbiamo diritto».
Dopo l’abbandono del marito la signora è stata ospitata gratuitamente nella comunità Betania. Per ben quattro volte le è stata respinta la domanda per avere la pensione di invalidità. Alcune sere fa è caduta e, non riuscendo a rialzarsi, è rimasta tutta la notte per terra.
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it