In virtù della messa in opera da parte del Ministero dell’Interno della tendopoli per i rifugiati politici nel già centro di accoglienza per i migranti in C.da Piani a Palazzo San Gervasio si è costituito un Coordinamento delle associazioni di volontariato locali ( Ruah onlus, A.Mi. C.A., Torre Ardente, centro di Documentazione Associazione Michele Mancino, Caritas Interparrocchiale, Caritas Diocesana di Acerenza e Fighters) per tentare di raccordare un “ponte di collegamento” tra le esigenze della comunità di palazzo San Gervasio, quelle dei rifugiati politici e quelle del Ministero dell’Interno.

In seguito alla convocazione da parte del Sindaco Federico Pagano in data 30.03.2011 ci preme comunicare che la situazione attuale che vede la cittadinanza protagonista nel far fronte ad una nuova e imprevista “condizione di accoglienza” non deve assolutamente destare allarmismi inutili ed inopportuni.

Il flusso dei rifugiati politici in arrivo non è affatto un flusso di delinquenti né di detenuti.

La condizione stessa del rifugiato politico implica, secondo la nostra attuale legislazione, la presenza costante delle forze di pubblica sicurezza soltanto perché la prassi per il riconoscimento dei diritti di uno status di rifugiato politico e/o di un permesso di soggiorno internazionale ha una tempistica medio lunga.

Vorremmo, tra le altre cose, focalizzare l’attenzione della cittadinanza sulla condizione fisica e soprattutto morale e psicologica degli immigrati all’interno di questo sistema. Fuggire dal proprio paese lasciando la propria casa e la propria terra in uno stato di guerra e persecuzione implica una condizione di disagio ed inferiorità alle quali la società civile non può e NON DEVE restare indifferente ed è PER QUESTO  che una popolazione accogliente e ricca di valori come quella di Palazzo San Gervasio non può ridursi alla polemica e al rifiuto dell’accoglienza dell’ALTRO.

Siamo tutti chiamati in questa occasione più che in ogni altra a farci mediatori ed interlocutori nei confronti dei rifugiati e delle forze di pubblica sicurezza tentando di sensibilizzare il territorio.

In attesa del responso da parte del Ministero dell’Interno per autorizzare questo coordinamento a prestare servizio all’interno della tendopoli rinnoviamo la nostra disponibilità a qualsiasi forma di collaborazione e confronto.