C’e aria di festa nel centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio.

Un padre tunisino dopo giorni di straziante preoccupazione ha ritrovato suo figlio, una avventura a lieto fine. Mohamed Becarie è rimasto in Tunisia mentre la sua famiglia è emigrata in Francia. Improvvisamente il giovane, che ha appena quindici anni, sull’onda di quanto sta accadendo oggi nel suo paese decide di intraprendere il viaggio per l’Italia. Lo zio del ragazzo quando si rende conto di quanto avvenuto, avvisa il padre. Immediatamente il padre Houssem, che vive a Valence, prende il primo treno e parte per l’Italia alla ricerca del ragazzo che da allora non ha dato più notizie.

Un viaggio lungo e faticoso. Gira quasi tutta l’Italia, bussa infinite porte, si reca in innumerevoli centri di raccolta: Agrigento, Palermo, Caltanissetta, ma del ragazzo nessuna traccia. L’angoscia per quanto possa essere accaduto al figlio è inimmaginabile. La disperazione lo assale, continua la ricerca in altre parti dell’Italia, il ragazzo non si trova. È una odissea senza fine. I pensieri corrono veloci. La traversata è lunga e il mare in tempesta in questi giorni restituisce parecchi cadaveri. Ma la speranza di ritrovare Mohammed non si placa. La corsa continua anche se con il cuore gonfio di ansia e malinconia. Si mangia poco e male. non si dorme per niente. 

Intanto il ragazzo approda nella tendopoli di Palazzo. Qui, grazie a un volontario della Croce rossa telefona allo zio in Tunisia. Dalla Tunisia rintracciano il padre che si reca immediatamente a Palazzo San Gervasio. Al loro incontro la gioia è incontenibile, il padre ha ritrovato un figlio che credeva perso. I due non si vedevano da sei anni. Per ragioni economiche il padre non era riuscito ad andare in Tunisia. Fuori dal cancello c’è un giovanotto che è venuto da Ragusa. Vuole portarsi via suo cugino. Gli dicono che quasi tutti avranno il permesso di soggiorno ma che ci vorrà un po’ di tempo per espletare le pratiche. 

La dirigente del servizio, il vicequestore Loreta Colasuonno, dice che all’interno del campo vi sono delle storie umane davvero toccanti. «Un tunisino che è tornato in patria per le ferie ha perso i documenti. È tornato in Italia da clandestino, ma è un regolare invalido all’80 per cento con moglie e due figli che vivono a Treviso. Si è infortunato lavorando in Italia. Vedremo come fare per aiutarlo nel migliore dei modi. Nel centro vi sono anche due minorenni uno dei quali desidera ritornare in patria».


Fonte : www.lagazzettadelmezzogiorno.it