PALAZZO - Il Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Palazzo San Gervasio è stato svuotato. Al suo interno, da almeno un paio di giorni, non c'è più nessun migrante tunisino. La notizia è trapelata ieri mattina, al margine di un incontro con i giornalisti convocato dalla Procura della Repubblica di Melfi, per illustrare i dettagli dell'operazione «Nettuno», culminata con il fermo di tre tunisini ritenuti responsabili di favoreggiamento dell'immigrazione di clandestini. La conferma della chiusura temporanea del Centro, è arrivata anche dal sindaco di Palazzo San Gervasio, Federico Pagano. «Nella struttura - spiega - non ci sono più migranti, perché è stata sgomberata, presumibilmente da giovedì mattina: ma non sappiamo nient'altro». I migranti, a quanto pare, sono stati accompagnati al di fuori della struttura senza particolari clamori. E non si conosce, del resto, nemmeno la destinazione dei tunisini, che potrebbero essere stati anche rimpatriati. «Ho cercato di sapere qualcosa in più, chiedendo informazioni alle forze dell'ordine - spiega il sindaco Pagano - ma senza esito. L'unica cosa certa è che attualmente il centro è chiuso, ma non abbiamo elementi per asserire se e quando sarà nuovamente utilizzato per ospitare gli immigrati, e nemmeno dove sono state mandate le persone che finora erano ospitate al suo interno». C'è chi sostiene, intanto, che il campo sia stato temporaneamente svuotato per consentire alcuni lavori di miglioramento. Sembra, infatti, che l'intenzione del Governo sia quella di trasformare il Centro di identificazione lucano in una struttura permanente. Ipotesi, quest'ultima, che in molti considerano negativa.
«Ora, però, bisogna fare in modo che Maroni rinunci al Cie lucano». Lo sostiene Pietro Simonetti secondo cui «occorre unificare la protesta e definire la proposta con una grande vertenza regionale. Trattare con il governo per un piano regionale che affronti il tema dei rifugianti, programma già in corso, e quello della condizione dei lavoratori stagionali e, in definitiva dei flussi migratori da gestire».
Fonte : www.lagazzettadelmezzogiorno.it
«Ora, però, bisogna fare in modo che Maroni rinunci al Cie lucano». Lo sostiene Pietro Simonetti secondo cui «occorre unificare la protesta e definire la proposta con una grande vertenza regionale. Trattare con il governo per un piano regionale che affronti il tema dei rifugianti, programma già in corso, e quello della condizione dei lavoratori stagionali e, in definitiva dei flussi migratori da gestire».
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