Questa mattina ho partecipato al sit-in “Sangue mediterraneo” organizzato a Palazzo San Gervasio, in Basilicata, per protestare contro i Centri di Identificazione ed Espulsione voluti da un Governo ormai del tutto sottomesso alla Lega. Il sito lucano ha ospitato per mesi centinaia di immigrati trasferiti da Lampedusa, trasformandosi progressivamente da centro di prima accoglienza a vero e proprio “lager”. Una trasformazione anzitutto fisica, visto che sono state innalzate mura e reti, è stato impedito l’accesso a chiunque e sono stati tagliati tutti i contatti con l’esterno. Un carcere blindato, a cielo aperto, in precarie condizioni sanitarie e privo di ogni rispetto dei diritti umani. Eravamo in tanti al fianco di chi è fuggito da persecuzioni e misera per essere ingiustamente privato della libertà, anche i lavoratori messi in ginocchio dalla crisi: perché “la solidarietà non ha confini”.
Quest’ultima frase è stata scritta su uno striscione esposto dai lavoratori dell’ex “Cutolo”, una società lucana operante nel settore delle acque minerali che tra pochi giorni rischia di chiudere i battenti. La manifestazione di Palazzo San Gervasio è stata organizzata da sindacati dei lavoratori e associazioni territoriali per chiedere che tutti i Cie d’Italia vengano immediatamente chiusi, prevedendo altre forme di accoglienza. Così dalla società civile arriva un appello alla solidarietà, affinché lo Stato garantisca i diritti primari che vanno dal lavoro al rispetto della condizione umana. Dalla “Voliera” di Palazzo, così è stato chiama il Cie lucano, questi diritti si sono volatilizzati insieme a centinaia di immigrati, che da un giorno all’altro sono stati trasferiti senza alcun coinvolgimento degli enti locali e alcuna informazione circa il loro destino.
Ho voluto verificare di persona le condizioni del Cie, le forze dell’ordine hanno cercato di impedirmelo ma ho contattato il Ministero dell’Interno e sono riuscito ad entrare lo stesso: si è così rafforzato il mio sospetto che si voglia potenziare la struttura, magari per accogliere più persone e farne un lager “modello” dal quale sparirà ogni tipo di tutela per degli innocenti che sono costretti ad affrontare viaggi della speranza pur di vivere. È inaccettabile la condizione dei migranti che erano rinchiusi nel centro di Palazzo, come documentato anche da “La Repubblica”.Sono scene indegne di una democrazia come la nostra, i cittadini vogliono sicurezza e solidarietà, uguaglianza di diritti e doveri, tutela della dignità della persona ma, soprattutto, vogliono sapere di vivere in un Paese civile. E’ la giustizia sociale che sta subendo un’incalzante erosione a causa della permanenza in carica di un Governo da Basso Impero, che usa il pugno di ferro contro le fasce sociali più deboli perché ormai non può più gestire lo scollamento con il Paese reale, mentre consente alle cricche di potere e alle massonerie di farla da padrona.