POTENZA - Detto fatto. Il nuovo anno si apre sotto una cattiva stella per la giustizia lucana. Come annunciato, nello scorso autunno, diverse sedi di uffici del giudice di pace saranno chiuse. Cancellate ed accorpate alle strutture più grandi che si trovano nelle quattro cittadine lucane sedi di Tribunali.
La mannaia sul pianeta giustizia colpirà ventidue sedi lucane. Un dato esiguo se si considera che in Italia gli uffici soppressi saranno 674, ma sicuramente un numero importante per un territorio che da sempre ragiona sui piccoli numeri e che è costretto ad affrontare storiche difficoltà infrastrutturali. L’elenco è contenuto nello schema legislativo, approvato prima di Natale, che riguarda la nuova distribuzione della magistratura onoraria e l’obiettivo appare fin troppo chiaro: recuperare risorse umane ed economiche da destinare ad altri uffici. Giudici (1944 sull’intero territorio nazionale) e collaboratori di cancelleria (2104 sempre sull’intero territorio italiano) che potranno essere ridestribuiti nelle sedi giudiziarie rimanenti. In questo caso, per la Basilicata, sia i giudici sia il personale amministrativo saranno impiegati negli uffici di Potenza, Matera, Lagonegro e Melfi. Ventidue, invece, le strutture dei giudici di pace che saranno chiuse in altrettanti comuni. In particolare, per l’area sud la soppressione riguarda Chiaromonte, Lauria, e Sant'arcangelo (tutti e tre saranno accorpati presso gli uffici di Lagonegro) Per il Materano, invece, gli uffici soppressi sono Irsina, Pisticci, Rotondella, San Mauro Forte, Stigliano e Tricarico (gli uffici andranno ad ingrandire il Tribunale di Matera). Quattro, di contro, gli uffici che saranno soppressi nel territorio del Vulture: Palazzo San Gervasio, Pescopagano, Rionero in Vulture e Venosa (in questo caso gli uffici saranno accorpati con la sede del Tribunale di Melfi). Infine, a subire i colpi più feroci il Potentino con ben nove sedi cancellate: Acerenza, Avigliano, Bella, Calvello, Genzano di Lucania, Laurenzan, Marsico Nuovo, Vietri di Potenza e Viggiano (tutti trasferiti presso il Tribunale di Potenza).

Insomma, sedi varie ma strategiche per molti lucani. Per salvarle c’è una sola possibilità: far pagare alle Amministrazioni comunali di costi di manutenzione delle strutture. Ma quanti Comuni saranno pronti a farlo, in un momento di crisi come quello attuale? Decisamente pochi. Il problema, quindi, resta ed anzi si allarga. Già perchè se questo è il primo passo sono già in tanti a chiedersi se a breve non arriverà anche la notizia (annunciata da anni per la verità) della chiusura dei Tribunali di Lagoengro e Melfi.
Fonte:www.lagazzettadelmezzogiorno.it