PALAZZO SAN GERVASIO (POTENZA) - Le 64 tende da otto posti l’una sono state scaricate nel centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio ieri pomeriggio. Lì domani arriveranno «500 cittadini dai Paesi del Nord Africa ». Il ministero dell’Interno lo ha comunicato al sindaco di centrodestra Federico Pagano, in modo ufficiale, solo ieri mattina, «per le vie brevi», martedì. «Con una telefonata», dice il primo cittadino. In 24 ore ha dovuto far risistemare il centro di accoglienza che l’anno scorso aveva deciso di non aprire ai raccoglitori di pomodoro. Ora lo contestano anche i consiglieri di maggioranza. Lui si difende: «Me lo ha imposto il governo».
 
Ha chiamato due imprese di movimento terra e le ha messe al lavoro. Le ruspe spianano il piazzale. Poi cospargono della ghiaia speciale. «Così se piove l’acqua filtra e se c’è vento non si alza polvere», spiega un imprenditore. Uno dei suoi dipendenti si chiama Catalin Tanasis, ha 26 anni e viene dalla Romania. Dice: «Sono arrivato qui quattro anni fa, ora lavoro per accogliere gli immigrati». Con lui, da ieri mattina, nel centro lavorano altri cinque o sei operai. I tecnici dei vigili del fuoco studiano «il piano di posa» dove piantare le tende. «Struttura alloggiativa provvisoria», la definisce il capo dipartimento del ministero dell’Inter no nel documento con cui dà disposizioni al sindaco. Nel primo pomeriggio due muratori tirano su un muro che era caduto. E su quel muro verrà fissata una recinzione.

All’ingresso verrà predisposto un presidio di polizia permanente. Ma al sindaco il ministero chiede anche di individuare «un gestore della struttura». Una figura «abilitata - spiega il primo cittadino di Palazzo San Gervasio - anche alla preparazione e somministrazione di pasti». Per le scale del palazzo del Comune due ragazze commentano: «Ora si scanneranno per quei quattro soldi». Sono appena uscite dalla riunione convocata dal sindaco. Qualcuno fa un calcolo veloce: ci sono 4mila euro al giorno circa da gestire. Basteranno? Il sindaco è preoccupato: «In paese c’è timore per le conseguenze legate all’arrivo degli immigrati». Molti cittadini indicano il centro come un ghetto: «Basta che stanno là». «Siamo pronti all’accoglienza» lo dicono solo i consiglieri d’opposizione Antonio Gravinese e Ignazio Di Chio. Come ogni anno saranno tra i volontari del centro, per dare una mano.
Fonte : www.lagazzettadelmezzogiorno.it